Studio Comploi

Lavoro tanto ma non mi resta nulla ... perché ?

Mi capita spesso nel mio lavoro rispondere a tale domanda e in questo breve articolo cercherò di esporre alcuni concetti utili a risolvere questo dilemma che gace nelle teste di molti imprenditori.

Purtroppo nessuno ha la bachetta magica, però ti racconto la soria di Cenerentola ... e si sa che ogni fabia nasconde qualcosa di vero...

Innanzitutto il primo passaggio da fare è analizzare in modo dettagliato il bilancio. Ebbene sì, il bilancio non serve solo a pagare le tasse ma è lo strumento più importante per poter capire la salute del tuo business. Il bilancio è il più completo documento informativo sulla gestione aziendale ... prima di cercare le colpe negli altri (TASSE, CLIENTI che non pagano, FORNITORI troppo cari ecc... ) prova a capire la TUA gestione e dai una definizione al TUO operato...

Se i tuoi guadagni sono minimi o se non c'è ne sono vuol dire che qualcosa non va ... e quel qualcosa bisogna cercarlo prima di tutto nella gestione:

- costi troppo alti (margini di guadagno bassi)
- ricavi troppo bassi (margini di guadagni bassi)

Prima di tutto prendi carta e penna e il bilancio (chiedi al tuo commercialista una stampa sintetica).... spostati sulla sezione COSTI ... i costi altro non sono che gli elementi negativi che devi sottrarre dai tuoi ricavi... fatti delle domande :

- il costo del personale è adeguato al mio business?
- il fitto passivo è troppo alto ?

Quindi una volta guardato i costi spostati nell'area dei RICAVI ... e chiediti quanto devo fatturare per coprire quei costi ... (nel gergo economico si dice che devi trovare il TUO punto di EQUILIBRIO in inglese : BREAK-EVEN POINT).... se i guadagni sono troppo bassi o agisci sui costi o meglio ancora agisci sui ricavi stessi... chiediti magari se sarebbe il caso di aumentare il prezzo del tuo prodotto o magari di trovare una STRATEGIA per vendere di più ...

Eccoci arrivati ad un passaggio fondamentale : poniti un OBIETTIVO concreto e soprattutto fattibile !!!

Non voglio raccontare favole ma ne uso una per farti capire meglio ... Tutti conosciamo la storia di Cenerentola ... si sà è una favola, ma Cenerentola in sè ha fatto le cose giuste... ha sposato un principe e si è liberata dalle sorellastre e dalla povertà... non è causale .. Cenerentola ha fatto un piano, aveva il suo obiettivo e lo ha raggiunto ....

CINDERELLA STRATEGY:

1. definite il vostro principe, ossia il mercato a cui rivolgervi;
2. preparate il vostro vestito : ovvero il sistema per calcolare costi e fare offerte remunerative per il vostro mercato;
3. trasformate la zucca in carrozza, ovvero ottimizzate le vostre risorse per ottenere il risultato
4. controllate che non arrivi la mezzanotte, ovvero controllate periodicamente che tutto prosegue bene nei termini che vi siete prefissati ...

E poi c'è la fatina ... la fatina è il tuo consulente... non è la strega cattiva che vi porta via i soldi... certo non lo fa gratis ma se il consulente è bravo quei soldi ritorneranno e anche di più...

Per farla breve ... una volta analizzato i numeri ... cerca una strategia per migliorarli ... e per fare ciò prendi carta e penna e fai il tuo piano, parlane con la tua fatina buona... chiedi se ti aiuta... il commercialista non è solo colui che ti fa pagare le tasse ma anche colui che dopo di te conosce al meglio il tuo business.


Jelena

Tra hobby e imprenditorialità.

Voglio inaugurare il mio blog con questo articolo che ha lo scopo di descrivere in modo chiaro e semplice in quali casi è obbligatorio aprire la partita iva. Premetto fin da subito che il presente articolo non ha lo scopo di sostituire la consulenza di un professionista, semplicemente mira a schematizzare alcuni concetti principali. Trasformare il proprio hobby in lavoro vero e proprio .. è il sogno di tanti … è un sogno quindi che se valutato attentamente e con le giuste considerazioni può avverarsi...

Oltre al semplice desiderio bisogna tenere presente anche l’obbligatorietà. Infatti ,è obbligatorio aprire la partita iva quando svolgo la mia attività di lavoro autonomo in modo ABITUALE (anche se in modo non esclusivo o continuativo) – art. 5 DPR 633/72

Per capire meglio il concetto mi avvalgo di un esempio.

Maria è molto brava nel cucito…Realizza delle bellissime creazioni… Ha creato e cucito perfino il suo abito da sposa.

Maria ha deciso di vendere il suo abito da sposa su ebay. Visto che si tratta di un’attività del tutto occasionale, Maria non ha alcun obbligo. Faccio un passo in più. Maria oltre che cucire per sé stessa, crea occasionalmente dei vestiti anche per le amiche. Anche in questo caso si tratta semplicemente di un hobby e di un’attività occasionale. Maria non deve aprire la partita iva.

Se però Maria inizia a svolgere la sua attività in modo ABITUALE e ORGANIZZATO, (con l’impiego di mezzi e capitali), dovrà obbligatoriamente aprire la partita iva (anche se poi vende i suoi vestiti su ebay). Quindi il focus è sulla parola ABITUALE. Che cosa significa? Significa che Maria svolge la sua attività in modo CONTINUATIVO e non occasionale , inoltre si aggiunge la parola professionale. IMPORTANTE : sottolineo che i redditi derivanti dall’attività OCCASIONALE (quindi senza obbligo di partita iva) devono COMUNQUE essere dichiarati in sede di dichiarazione dei redditi.
Mi focalizzerò sul lavoro occasionale in un post dedicato. In questa sede è importante capire che non aprire la partita iva non significa non dichiarare i propri redditi. Oltre a quanto detto sopra aggiungo un’ altra ipotesi al mio esempio. Maria fa l’impiegata nel settore privato (il discorso non vale per il settore pubblico) . In questo caso può aprire la partita iva ?

La risposta è dipende. Bisogna fare attenzione che il contratto di lavoro non lo vieti espressamente. Per capirci meglio, è necessario verificare che non vi sia concorrenza tra i due lavori. Quindi, è importantissimo valutare caso per caso.

Infatti l’articolo 2105 del codice civile stabilisce che : Il prestatore di lavoro non deve trattare affari, per conto proprio o di terzi, in concorrenza con l’imprenditore. La norma si riferisce alla durata del rapporto di lavoro, però attenzione capita spesso che il patto di non concorrenza si estende anche per in periodo successivo alla cessazione.
Nel caso di Maria, il contratto di lavoro da impiegata d’ufficio non è in concorrenza con la sua attività da sarta e nulla si dice in merito al suo interno. Quindi Maria può aprire la partita iva.
Ma quanto cosa aprire la partita iva ? e quale forma di imprenditorialità è la più adatta ? cosa succede da un punto di vista fiscale e previdenziale? A queste domande darò riposta in un post successivo quindi stay on the line...


Jelena

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